Il progetto Architettonico.
L’edificio degli architetti Pagani e Perversi è immaginato come un organismo sul territorio dialogante con il verde. Un modello residenziale per la salute, per il benessere, per il mantenimento e la riabilitazione delle capacità degli ospiti.
Il centro è strutturato come una grande casa a corte, i cui lati maggiori digradano al suolo ricoperti da un manto di prato verde utilizzato come copertura naturale: il verde dell’edificio, congiungendosi al giardino crea un tutt’uno con il paesaggio, rinforzando il concetto di continuità e di voluta integrazione con il territorio.
L’ospite è il centro dell’attenzione progettuale ed ogni funzione di cui la struttura è dotata ed ogni scelta ambientale favoriscono la percezione di ogni dettaglio, anche minimo, utile per il recupero di qualità e benessere per gli ospiti; è per questo che la cura dei particolari nel progetto assume un significato più importante di percezione pericorporea.
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Sarà l’articolazione delle attività interne, coinvolgendo in parte anche il territorio e le strutture integrate di insegnamento e formazione, a costituire un Campus dove lo scambio scientifico, l’interrelazione sociale, la partecipazione attiva tra personale interno ed esterno insieme al volontariato saranno la base dello sviluppo del Centro: un Campus dove soggiorneranno per periodi variabili le famiglie, i ricercatori, i docenti ed il personale in formazione.
Il Centro Sperimentale Claudia Mantovani vuole essere il nucleo da cui si svilupperà un “osservatorio permanente” di ricerca internazionale non solo sulla disabilità grave, ma anche su nuovi modelli di formazione, sul benessere ambientale, sulla qualità abitativa con l’uso di colori e materiali nuovi, sulle capacità relazionali, sull’uso di terapie musicali, olfattive, tattili, visive.
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L’edificio – progetto architettonico
Il progetto architettonico, ecosostenibile, ha una superficie di 5.500 mq suddivisi in tre piani fuori terra. Le funzioni principali sono:
- la residenza, con 40 stanze ospiti, più alcune stanze e miniappartamenti per parenti e personale esterno
- la aree comuni e sociali per i residenti: svago, sala TV, palestre tecniche, vasche riabilitative, aree di culto, ecc
- le aree comuni dedicate ai residenti ed agli esterni: biblioteca bar ristorante, aree di culto, palestra, vasche tecniche, area esterna verde e
- sulla copertura, sale riunioni, ecc
Gli interni – Uno spazio disegnato dalla luce
La luce, determinante per la percezione spaziale ed anima dello spazio confortevole, è immaginata come parte integrante della struttura, dove i corpi illuminanti diventano piani di luce riflessa ed indiretta con possibilità di variare l’intensità luminosa e la caratteristica cromatica in base alle necessità dei singoli ospiti.
La stanza, luogo principale per molta parte della permanenza, dovrà restituire la sensazione di Casa: luogo d’incontro, di ricordi, di emozioni, di sollievo.
I colori, la forma spaziale insieme alla luce dovranno aiutare alla ricostruzione di quei piccoli riti quotidiani che aiutano nel sentirsi a proprio agio.
Nelle zone comuni l’illuminazione avverrà dal basso verso l’alto a bassa intensità e farà da perimetro alle pareti così da tracciare, in modo continuo, la dimensione reale dello spazio vissuto. La persona avrà così maggior sensazione di sicurezza, individuando meglio le dimensioni dello spazio intorno a sé.
Tutte le camere sono dotate di terrazza, per consentire ad ogni ospite, nel proprio microambiente, il contatto esterno con i fiori, col verde e con i profumi naturali.
Il benessere ed il confort ambientali sono pensati come valori immediati di accoglienza che accompagnano l’ospite in ogni spostamento.